Non siamo solo un insieme di pezzi: cos’è l’Olismo

 In Vie della Felicità

Intervista a Stefania Caraceni

Di cosa ti occupi? Chi sei?

Sono istruttore/operatore shiatsu.

Nel corso degli anni mi sono incuriosita anche della naturopatia. E la utilizzo quotidianamente assieme ai trattamenti shiatsu.

In cosa consiste il tuo metodo di lavoro, il modello o i modelli che ritieni validi per i percorsi che proponi?

Il mio metodo di lavoro, principalmente, si basa sul ricevente, comprendendo quali sono le necessità da rinforzare oppure ammorbidire.

Il ricevente è il “centro” delle mie conoscenze.

Il tuo metodo differisce dagli altri? In cosa?

La differenza sta nel fatto che valuto il ricevente in tutti gli aspetti: disagio fisico e psichico, lo stile di vita ed eventuali intossicazioni da metalli pesanti.

Come si inserisce la complessa e affascinante numerologia medicale nell’impostazione di una parte del tuo lavoro?

Nelle consulenze specifiche per portare a conoscenza della persona i suoi punti deboli e prendere atto dei comportamenti che porta avanti nella sua vita.

Questo tipo di approccio come aiuta nell’analisi del proprio percorso di realizzazione?

L’olismo è la forza di tutte le tecniche e discipline fondate sull’aiuto al ricevente.

L’uomo non è un insieme di pezzi scollegati, ma in sinergia gli uni con gli altri.

Per migliorare il disagio bisogna considerare tutti i pezzi dell’orchestra.

Qual è la tua visione del sistema vita e al contempo, come agisce su di essa il tuo metodo?

La vita di oggi è talmente frenetica, stressante e volta alla produttività.

Si è perso di vista chi è e di che cosa ha bisogno l’uomo per ritrovare la salute.

Il mondo olistico è il primo passo per riavvicinarsi a se stessi.

Da dove parte il tuo cambiamento per l’autorealizzazione?

Oggi  siamo  tutti sballottati dalle informazioni televisive.

Solo se si riesce a mantenere la tua centratura, dopo un primo momento riprendi la tua strada e continui il percorso.

Chi sono per lo più le persone che arrivano da te per essere aiutate?

Le persone che arrivano da me sono una miscellanea, giovani, adulti, donne, signore in gravidanza, bambini, anziani, uomini.

Cos’è secondo te che rende più difficile il cambiamento per una persona?

La cosa più difficile da compiere per una persona è prendersi cura di se stessa, di fare attenzione.

Siamo abituati a prendere farmaci.

Pensiamo che prendere un farmaco per la gastrite risolva anche il conflitto con nostra madre.

Il rapporto conflittuale che rilevi nella maggior parte delle persone, risiede più nella percezione del corpo o nelle sovrastrutture mentali?

Da qualsiasi parte inizio la valutazione come detto prima: va valutata l’orchestra. Inizi dal fisico, ma non puoi ignorare l’alimentazione e la mente e viceversa. Le richieste maggiori sono quelle fisiche.

Qual è la cosa che sostieni e che sconvolge di più le persone che si rivolgono a te?

La cosa più sconvolgente che dico alle persone è che siamo un insieme di organi e funzioni che lavorano simultaneamente.

Non siamo composti da pezzi messi lì per riempire il contenitore.

C’è una citazione o un concetto che rispecchia di più la tua visione per il cambiamento?

Ascoltarsi, respirare, rallentare e centrarsi su se stessi, ché permette anche di vivere la propria vita con gli altri.

 

 

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