L’arte del compromesso è davvero un’arte?

 In News, Varie

Nell’arco evolutivo che va dalla metà della fase di crisi all’inizio della fase successiva, la terza, ossia quella della Chiamata, puoi essere in balia di suggestioni ingannevoli e fuorvianti. Si tratta di pseudo-chiamate.

Le pseudo chiamate sono di due specie: la prima la definiamo canto delle sirene, la seconda compromesso. 

Il canto delle sirene

Il canto delle Sirene ci può arrivare in due modi. 

Può essere un consiglio seducente, che prospetta benefici e vantaggi del seguire una tale indicazione.

Oppure può essere allarmante, evidenziando i pericoli del non seguire quanto ci viene suggerito.

Un canto delle sirene seducente , ad esempio, può arrivarci dall’amico del cuore che ci dice di iscriverci alla sua stessa università a Roma, evidenziando anche la bellezza della vita notturna nella capitale, l’esperienza di incontrare studenti di tutto il mondo, etc.

Un canto delle sirene allarmante può arrivarci da un padre che ci mette in guardia dal pericolo di seguire vocazioni velleitarie come la musica, e che ci ricorda che se rifiutiamo di seguire la carriera di avvocato, rilevando la clientela paterna, potremmo rischiare di rimanere senza un soldo.

In entrambi i casi si tratta solo di versioni più tenui, raffinate e mascherate dei comandi esterni. Si tratta di qualcuno che vuole decidere al posto nostro.

In questa circostanza specifica non ce lo ordina in modo perentorio, ma ce lo consiglia, anche se lo fa con tutta la sua capacità di persuasione.

Il compromesso

L’altro tipo di pseudo-chiamata è il compromesso.

Educati alla disciplina dell’accontentarsi o a quella dell’essere ben visti dalla comunità, impariamo ad accettare dei traguardi che ci fanno restare in armonia col contesto e che, anche se non sono davvero quelli per cui siamo nati, ci convinciamo siano la migliore scelta per noi Voglio fare il compositore, la mia vera vocazione è questa, tuttavia percepisco questo traguardo come difficile, ricevo feedback negativi nell’ambiente familiare, temo che la musica non possa sfamarmi da grande.

E allora degrado la prima pulsione, ripiego, e mi apro un negozio di strumenti musicali, giusto per stare in tema.

Oppure Volevo diventare in designer di automobili di lusso, come Giuggiaro, ma per paura di non farcela, mi accontento di lavorare come meccanico in un’officina.

Facciamo un ultimo esempio, Volevo essere un innovatore nel campo dell’economia, diffondere nuove e rivoluzionarie teorie, ma finisco col ripiegare nel più rassicurante lavoro di commercialista.

Le due accezioni del compromesso

Compromesso deriva da cum+ promessa, promettere insieme, fare una promessa a qualcuno, che accontenti qualcun altro.

Abbiamo casi in cui il compromesso è trovare un punto di incontro e può essere positivo, un accordo armonico con chi amiamo, con un luogo che ci sta a cuore, con alcune parti del nostro carattere, etc…

In altre situazione compromesso diventa compromissione, si parla quindi di compromettere la propria realizzazione, se stessi, un po’ come quando si parla di un rapporto compromesso, la salute compromessa, etc.

Qui si intende una degradazione negativa, una corruzione del progetto originale, un ripiego insomma. C’è da perdere qualcosa di importante, di abbandonarlo.

Questo compromesso  è da scongiurare, o quando lo abbiamo già fatto è da “aggiustare” per così dire, oppure, se si può, da annullare.

E se è troppo tardi  per annullare il compromesso?

Diciamo che in un viaggio fortunato verso il proprio destino, i canti delle sirene e i compromessi, se pure giungono e ci rapiscono, durano per un periodo circoscritto, per lasciare il posto alla vera chiamata, che li soppianta con forza e vigore. 

Se il nostro viaggio invece è sfortunato, restiamo invischiati in uno di questi due stati e da qui scivoliamo indietro. Dalla fase di crisi retrocediamo verso quella di disagio indistinto, passivo e spesso inconsapevole.

Se ormai siamo nel compromesso e la vita è andata troppo avanti, e abbiamo costruito su questo troppe cose, coinvolgendo troppe persone a cui teniamo, possiamo comunque trovare un modo per  ridurre il danno. 

Potremo ritagliare più tempo libero possibile per creare uno spazio tutto nostro, dove potremo risvegliare la nostra chiamata e coltivarla, esprimendo liberamente il nostro potenziale e il nostro scopo o talento.